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lunedì 23 marzo 2015
martedì 16 dicembre 2014
giovedì 24 aprile 2014
L'Ebola in Africa rompe gli argini e arriva nelle grandi città..
Epidemia senza precedenti, il Senegal chiude le frontiere, e noi continuiamo a portarli qui....
78 decessi e oltre 120 casi sospetti, la Guinea affronta un’epidemia del virus ebola senza precedenti. Contrariamente al passato, in cui i casi erano concentrati in zone geograficamente limitate, il virus si è diffuso in diverse città del sud, epicentro dell’epidemia, e nella capitale Conakry. “Stiamo combattendo il ceppo più aggressivo di Ebola, chiamato ceppo Zaire. È un virus che uccide più di 9 persone su 10 – spiega Michel Van Herp, epidemiologo di Medici Senza Frontiere – Non esiste un trattamento. Non esiste farmaco che possa contrastare specificamente questo virus. Possiamo solo assicurarci che le persone infette non siano disidratate per permettere loro di produrre gli anticorpi in grado di ripulire il proprio corpo dal virus”. Altri casi sospetti si sono registrati in Liberia e Sierra Leone, di cui almeno due confermati come Ebola dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Senegal ha chiuso le sue frontiere. La trasmissione del virus avviene molto facilmente attraverso sangue, liquidi biologici e tessuti infetti, sia di animali che di uomini, sia vivi che morti. Da Conakry partono voli diretti per il nord Africa, noi cosa spettiamo ad adottare protocolli di sicurezza? Continuiamo a portare qui tutti indiscriminatamente?
venerdì 4 aprile 2014
Il nuovo algoritmo di Facebook. Per farsi vedere bisogna pagare
In pratica l’utente medio del social network riceve ogni giorno 1500 messaggi. Una massa difficilmente gestibile dal social network che creerebbe un affollamento esagerato con perdita di visibilità di molte notizie. Già prima l’algoritmo selezionava la quantità di messaggi e alcuni esperti sostenevano che solo il 16% dei post degli “amici” apparivano sul news feed dell’utente. Poi Facebook è intervenuta modificando l’algoritmo e dando un’occhio particolare agli investimenti pubblicitari.
In pratica se sei un’azienda più paghi più hai la possibilità di raggiungere i tuoi fan. Secondo quanto ha raccontato l’editore del portale partenopeo a Dublino, sede europea di Google, gli hanno chiesto diecimila euro mensili di investimento pubblicitario per tornare ad avere il suo normale flusso di clic sulle sue pagine.
“Le persone condividono come mai prima. La competizione è crescente e le pagine fan vedranno probabilmente un cambiamento nella diffusione dei contenuti, compresa una diminuzione della visibilità organica. Ci aspettiamo che questa tendenza continui. […] I proprietari delle pagine devono utilizzare la strategia più efficace per raggiungere le persone giuste: una combinazione di post creativi e interessanti e pubblicità per promuovere i propri messaggi”. E’ questo il messaggio del social network che in pratica chiarisce il senso dell’operazione.
L’operazione ha ovviamente creato del malcoltento presso le aziende. Forrester, per esempio, è tornata più volte sull’argomento ribadendo la sua perplessità rispetto agli investimenti pubblicitari sul social network.
Secondo il vice president della società di ricerca Nete Elliot c’è un’evidente “frustrazione” da parte dei brand. Dopo avere scritto nello scorso autunno una lettera a Mark Zuckerberg che ha generato una forte discusione, Elliot è tornato sull’argomento con un sondaggio effettuato su quasi quattrocento marketer affermando che "Facebook crea valore di business meno di qualsiasi altra opportunità di marketing digitale".
Dopo avere speso anni per acquisire fan per le loro pagine, le aziende oggi devono semplicemente pagare per acquisire visibilità.
"Brand e agenzie parlano apertamente della loro insoddisfazione", scrive il vice president di Forrester. "Ogni giorno parlo con marchi delusi dal social network e che ora scommettono su altri social network".
L’effetto di questa rivolta nei confronti del nuovo algoritmo non si è però ancora vista sui conti della società di Zuckerberg.
Il quarto trimestre si è chiuso con un balzo negli utili di 523 milioni di dollari, rispetto ai 64 milioni dell’anno scorso. I ricavi crescono del 63% per un totale di ben 2,59 miliardi di dollari. In Borsa il titolo è in continua crescita da luglio dello scorso anno. Da 24 dollari è passato agli attuali 69. A tirare è soprattutto la pubblicità cresciuta in un anno del 74% con il mobile advertising che ha conquistato quasi metà della torta.
Le ombre sul futuro però restano perché il pay-to-play alla lunga potrebbe non dare più i suoi frutti.
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